29 aprile 2008

Gelato al limone

Ah, quelle giornate nere, in cui il mondo come per magia perde i suoi colori!
Ah, quelle giornate nere in cui tutto va storto, rispondendo ad una logica irrazionale!
Ah, quelle giornate nere in cui una brutta discussione avvelena la gioia di vivere!
Cosa fare in quei casi, se non cercare consolazione in qualcuno o in qualcosa?
Tralasciando la prima opzione e soffermandoci sulla seconda, cosa può essere quel qualcosa?
Ieri il mio umore era sceso a livelli allarmanti ed appena tornata a casa, ho impugnato il cucchiaino ed aperto la porticina del freezer, cercando un amico che non tradisce, sempre presente e pronto ad offrire una spalla: una cucchiaiata ed un sollievo ….
….. il gelo per anestetizzare le storture ed il dolce per alleviare le pene
……. e pace con il mondo è fatta ….

Si dà il caso che in questi giorni si faccia un gran parlare di “piatto della consolazione” (lalla, anice stellato, cocò …) e così ho voluto illustrare la mia consolazione quando sono sopraffatta dalla disperazione più nera e neanche la preparazione di una nuova ricetta, riesce ad impegnarmi la mente, quando ho bisogno di un conforto immediato ed efficace e lui c’è (il gelato).


Gelato artigianale al limone
Ingredienti
500 ml latte
130 g zucchero
150 ml succo di limone (due limoni grandezza media)
scorza di 2 limoni biologici
1 albume


Preparazione
I. Necessaria. Lasciate la scorza di 2 limoni (solo se non trattati) in infusione nel latte per due ore. Spremere i limoni, setacciare il succo, aggiungervi lo zucchero ed incorporare al latte. Porre il tutto nella gelatiera a mantecare. [Per chi è in possesso di una gelatiera il procedimento di preparazione del gelato termina qui]
II. Eventuale. [Per chi non è in possesso di una gelatiera seguire questa seconda fase]
Porre il composto nel freezer a gelare. Nel frattempo portare quasi a bollore 1 l di acqua in una casseruola; montare a neve ferma l'albume in una ciotola per 5' e infine adagiare la ciotola sulla casseruola, lavorando ancora l'albume per 5'. Quando il primo composto è semi-solidificato, incorporare la meringa, rimestando delicatamente con una frusta. Mettere la ciotola nel freezer per almeno 3 ore, mescolando 1' ogni ora con una frusta. Poco prima di servire, prelevare il gelato dal freezer, lasciare ammorbidire e versare tutto nel frullatore, in modo da rompere i cristalli di ghiaccio ed ottenere un gelato perfettamente cremoso. Servire subito o rimettere in frigo per qualche minuto ancora, prima di servire, guarnendo a piacere.

Considerazioni: il gelato con la meringa ha una cremosità sorbettosa che attutisce un po’ il gusto intenso del limone, mentre quello senza meringa ha una cremosità gelatosa ed un gusto di limone più intenso (ma senza gelatiera non si ha un buon risultato, perché si formano troppi cristalli di ghiaccio).

Ad ognuno la sua di consolazione … e la vostra qual è?
Vi va di partecipare a questo meme?




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Provato da lei

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Ricetta correlata
Freddo dessert al limone

Limone farcito di granita (pdf Dolci fantasie p. 32)

28 aprile 2008

Bolle di baccalà in intreccio e Insalata di baccalà

Timidezza o sfrontatezza?
Introversione o estroversione?
Non è il gioco dei sinonimi e contrari, né un dubbio amletico, ma la domanda che mi hanno suggerito le due foto-ricette messe a raffronto: due modi di essere agli antipodi!
In fondo possono rispecchiare il modo di essere di una stessa persona in fasi diverse della vita o in circostanze diverse o ancora la diversa personalità di due fratelli: in altre parole la stessa bontà – o sostanza – offerta e/o espressa in forma diversa.




Bolle di baccalà in intreccio di porri
Ingredienti x 4 persone
200 g di baccalà ammollato
1 patata di media grossezza
sale e pepe
olio di oliva
1 uovo
poca farina

Decorazione
Porro (8-10 foglie)
1 limone
prezzemolo

Preparazione bolle: Scegliere un pezzo di baccalà spesso e polposo, metterlo in una piccola casseruola, coprirlo di acqua fredda e mettere sul fuoco. Quando si alza l’ebollizione, spegnere la fiamma e lasciare intiepidire il baccalà immerso nell’acqua di cottura.
Lavare le patate e lessarle in acqua salata inizialmente fredda. Sgocciolare il baccalà, spellarlo e sminuzzarlo il più possibile con le dita, scartando contemporaneamente le lische. Il baccalà non deve essere tritato né tanto meno frullato: si dovranno ottenere come delle grosse briciole.
A cottura ultimata delle patate, pelarle e, ancora calde, passarle nello schiacciapatate lasciandole cadere in una ciotola con il baccalà, unire il pepe e amalgamare il tutto.
Modellarle dando la forma di bolle (sfere dalle dimensioni di una palla da tennis) e passarle prima nella farina poi nell’uovo sbattuto (forse però si può evitare quest’ultimo passaggio).
Mettere sul fuoco l’olio e, quando é ben caldo (170°), friggervi le bolle.
Scolarle a color oro chiaro e passarle su un doppio foglio di carta da cucina per assorbirne l’unto.
Stuoia di porro. Utilizzare le foglie esterne del porro che hanno la giusta grandezza e robustezza, lessarle al dente, raffreddarle e asciugarle bene. Tagliarne 8 striscioline di 1 cm ciascuno e disporle parallelamente su un foglio di carta forno. Intrecciare altre 8-10 striscioline facendole passare sopra e sotto le prime., tagliando la parte in eccesso.
Tagliare la stuoia in piccoli quadrati ed avvolgerla intorno a ciascuna bolla. Servire adagiando ciascuna bolla rivestita, su una fetta di limone (quello che compare nella foto sta attraversando una crisi d’identità: ha l’aspetto di un’arancia, ma vi assicuro non lo è!) e guarnendo con una fogliolina di prezzemolo.





Insalata di baccalà
Ingredienti x 4 persone
100 g baccalà ammollato
1 manciata di capperi
Succo di limone
Prezzemolo
Olio evo

Preparazione: Scegliere un pezzo di baccalà spesso e polposo, metterlo in una piccola casseruola, coprirlo di acqua fredda e mettere sul fuoco. Quando si alza l’ebollizione, spegnere la fiamma e lasciare intiepidire il baccalà immerso nell’acqua di cottura.
Sgocciolare il baccalà, spellarlo e spezzettarlo, scartando contemporaneamente le lische.
Condire con olio e succo di limone e guarnire con il prezzemolo e i capperi.

Dimenticavo: il baccalà in "versione-riservata" è una ricetta di crocchette di baccalà del Gambero rosso riadattata, mentre la "versione-sfrontata" è una ricetta di famiglia.

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Ricette correlate

Cannelloni al baccalà

24 aprile 2008

Nishoku tamago (Tortino di uova due colori)

Potrebbe sembrare paradossale, ma è un dato di fatto che mentre in Italia impazza la moda della cucina giapponese, dai colori suggestivi, dalle forme curate e dagli accostamenti di sapori per noi nuovi; per contro in Giappone si guarda con interesse alla cucina italiana.
Un esempio è quello di Nanako Amaghushi che arrivata in Italia nel 1983, si innamorò della nostra penisola e della nostra cucina, decidendo di stabilirvisi e di trasformare in lavoro la sua passione per la buona cucina (imparando la nostra, ma facendo conoscere la sua).
I suoi piatti comprendono il famoso sushi, ma vanno oltre prospettando anche piatti meno conosciuti, ma ugualmente rappresentativi del mondo culinario del Sol Levante.
Affascinata dalle sue proposte, ho deciso di provare questo “Tortino di uova due colori”: non so se questa ricetta è squisitamente orientale o al contrario se è il frutto della fusione delle due arti (italiana e giapponese), ma posso dire che per il suo sapore delicato e per il suo accattivante aspetto, si presenta come una sfiziosa ouverture .









Tortino di uova due colori
Ingredienti x 6 persone
6 uova sode
2 cucchiaini di sale
2 cucchiai di zucchero

Preparazione. Sgusciare le uova e tagliarle, separando il tuorlo dall’albume. Frullare gli albumi con 1 cucchiaio di zucchero e ¼ di cucchiaino di sale e fare lo stesso i tuorli. Sul fondo di una teglia di 15 cm di diametro (o di stampini monoporzione), disporre la carta forno (tranne che non si usi uno stampo si silicone) e ricoprire con il composto di albumi, livellando bene e ricoprire con l’amalgama di tuorli.
Prendere una pentola abbastanza larga da contenere la teglia, mettere la quantità d’acqua sufficiente per cuocere a bagnomaria e portare ad ebollizione. Mettere la teglia nel bagnomaria e coprire con un telo, per evitare che le gocce di condensa cadono sullo sformato. Cuocere per 5’ a fuoco medio e lasciare intiepidire.
Dividere il tortino in 8 fette e servirne 2 per ogni piatto.


Servire con dei cipollotti tritati finemente (o decorando con un glicine: grazie marika).



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Aggiornamento del 01/03/2009

Questa ricetta partecipa alla Raccolta di ricette solari di gialla

- Giallo è il colore della gioia che irradia sorrisi e dal calore avvolgente in un riverbero in festa -

23 aprile 2008

Meme Dalla finestra della mia cucina

Impossibile resistere alla tentazione di aderire alla proposta di Elga di semi di papavero mostrare ciò che si vede dalla finestra della propria cucina.
Come potevo esimermi proprio io che ho osservato a lungo la visuale che offriva la finestra di fronte (la blogosfera culinaria), per poi decidere di aprire, come in un gioco di specchi, gli scuri della mia finestra (virtuale) …


Ciò che vedete appena velata da capricciose farfalle è la finestra della mia cucina (reale) così come può apparire ad un visitatore ignaro.
La mia casa è ubicata in un antico borgo dagli sparuti abitanti le cui abitazioni in strette e suggestive viuzze dal gioco interminabile di salite e discese, sembrano incastonate in un vissuto a volte sbrecciato



Questa è la finestra di fronte che trovo ad altezza-occhi, un limite, una barriera, una chiusura …

Ma volgendo lo sguardo in basso


Ad altezza-cuore la natura si offre nella sua lussureggiante vitalità, sorridendo (anche di noi)

… e volgendo lo sguardo in alto



Vedo ad altezza-mente un antico maniero diroccato, (il regno della fantasia) popolato da storie e leggende, tesori nascosti e fantasmi avvistati, sotterranei e passaggi segreti che sibila al vento racconti di un passato glorioso.

22 aprile 2008

Timballino di riso ai porri

Geometrie in cucina
Anche se la semplicità è una delle regole fondamentali da osservare in cucina, può essere dilettevole a volte concedersi qualche trasgressione, per esempio mettendo la fantasia al servizio della geometria, modificando le forme e facendo appello alla manualità.
In alcuni casi il risultato può essere come quello che vedete: un timballino in forma su un letto di porri intrecciati, per viziarsi un po’ con disinvoltura o per siglare un’occasione importante, senza penalizzare il gusto.


Timballino di riso ai porri
Ingredienti x 4 persone
320 g di riso
1 porro
50 g di burro
50 g circa parmigiano grattugiato

1 litro di brodo vegetale

1/2 bicchiere di vino bianco

Foglie di porro

Preparazione Risotto. Mondare i porri e tagliarli a rondelle (ho usato le foglie più chiare). Scaldare il burro e unire i porri, saltandoli per qualche minuto, poi aggiungere il riso e farlo tostare a fiamma vivace. Sfumare con il vino e portare a cottura bagnando con il brodo caldo. Mantecate il risotto con il burro ed il parmigiano grattugiato, quindi distribuirlo in 4 stampini da budino: dopo 1 minuto sformarli e servirli, adagiandoli sulla stuoia di porro.
Stuoia di porro. Utilizzare le foglie esterne del porro che hanno la giusta grandezza e robustezza, lessarle al dente, raffreddarle e asciugarle bene. Tagliarne 7 striscioline di 1 cm ciascuno e disporle parallelamente su un foglio di carta forno (o direttamente sul piatto). Intrecciare altre 7 striscioline facendole passare sopra e sotto le prime, tagliando la parte in eccesso.

Nota. La stuoia nasce da un’idea di G. Vissani tratta da L’enciclopedia della cucina de La biblioteca di Repubblica.

21 aprile 2008

Di Libro in Libro

Il potere delle parole
Da sempre ho subito in una resa senza condizioni, il fascino sottile e seducente delle parole, sia che fossero pronunciate da una voce più o meno suadente o che sfavillassero sulla carta patinata delle riviste o che ammiccassero sornione da un libro intonso o vissuto.
Pensieri e parole sono l’essenza di un libro e un libro è un infinito che si schiude per abbattere limiti e confini, per far vivere vite diverse e per far conoscere mondi possibili: è un mondo intero, un compagno di vita, una casa per la mente ….



È stato un grande piacere per me, ricevere dalla mia giovane ed entusiasta amica viviana di cucinAmare il premio




Con la motivazione “che potrebbe davvero scrivere un libro, talmente è brava!”
Mi piace pensare (e vogliate perdonarmi per l’illusione presuntuosa) alla mia “finestra di fronte” come ad un libro - forse pessimo - che giorno dopo giorno e pagina dopo pagina, narra (per condividerla) la storia di un percorso, con immagini, pensieri e ricette, regalando idee e sensazioni.

Le REGOLE sono:
Questo premio non vuol'essere un famelico scambio link. E' per questo motivo che ogni BlogAutore che lo riceverà potrà a sua volta premiarne soltanto altri 2..DUE..Blog... Dovrete semplicemente dare una motivazione al premiato. Sono esclusi tutti quei blog che si occupino di pedofilia-razzisti-offensivi e altra spazzatura varia... Il premio verrà ritirato su questa pagina (non vi sono vincoli sul posizionamento lo potrete inserire dove vi è più consono). Quando si sarà accettato il Premio ed esposto sul proprio Blog si prega di segnalarcelo tramite commenti indicando il link di chi vi ha premiato e naturalmente il vostro appena premiato ... (solo questa pagina farà fede per i Blog Premiati).

Le regole sono regole e vanno rispettate (quasi sempre) e così è un piacere per me conferire questo premio a:

max - la piccola casa perché ogni giorno, unico nel suo genere, scrive pagine di interessanti sapori e inediti ma prelibati connubi
francescav ideatrice di ricche pagine che esplorano senza sosta e rinnovata curiosità, il complesso mondo dell’arte culinaria.

18 aprile 2008

Torta con le margherite

La mia torta di compleanno: Torta margheritosa
Alcuni giorni fa leggendo, come d’abitudine francescav, mi sono ricordata di un articolo letto qualche tempo relativo al Flower Power*:
Ammaliata da queste mescolanze e motivazioni, ho iniziato a leggere alcune ricette di A. Della Porta (un avvocato che nel tempo libero scrive ricette di torte e fiori) ed ammirandone qualche foto di Dolci & fiori, ho fantasticato sulla mia torta di compleanno, immaginandola incoronata da candide margherite, i miei fiori preferiti e illuminata d’argento, dai sapori classici (limoni/limoncello e bergamotto), anch' essi presi in prestito alla natura, per deliziarsi prima del rituale m’ama non m’ama!

un connubio apparentemente singolare quello di fiori e cibo. In realtà è uno sposalizio antico che risale ai primi popoli mediterranei che utilizzavano piante commestibili nella loro cucina. Il mondo dei fiori si sposa con quello gastronomico e la moda impazza ormai in tutta Europa: le architetture si rinnovano, gli ambienti si ridisegnano e si moltiplicano i posti dove la passione per la tavola si unisce a quella floreale, regalando agli avventori piacevoli degustazioni nella cornice di colorati bouquet. Belli da guardare e da annusare i fiori, nel loro matrimonio con il cibo, danno vita alle situazioni più inaspettate. Da sempre semplici ornamenti a veri e propri ingredienti di gustose pietanze, i petali si trasformano e si adattano alle diverse esigenze e si mescolano in cucina nei modi più disparati. Ne nascono le esperienze più stravaganti ed originali.
Torta con le margherite

Torta margheritosa
Ingredienti
Pan di Spagna

6 uova
95 g amido
100 g farina 00
190 g zucchero
1 bustina lievito
buccia grattugiata limone biologico

Crema chantilly (all’italiana) al limoncello
500 ml latte
2 tuorli
90 g zucchero
60 g amido
3 scorze di limoni biologici
100 ml panna
1 bicchierino di limoncello

Crema chantilly (all’italiana) al bergamotto
100 g crema al bergamotto
3 cucchiai colmi di panna montata circa

Bagna
limoncello

Decorazione
200 ml panna
Confettini argentati
20 g cioccolato fondente
Margherite non trattate

Occorrente
Teglia diametro cm 28
Teglia diametro cm 14

Preparazione
Pan di Spagna
Separare i tuorli dagli albumi in due ciotole distinte e sbattere i primi con lo zucchero. Successivamente montare a neve ferma gli albumi e successivamente unirli ai tuorli. Aggiungere a pioggia l'amido, la farina, il lievito, la scorza di limone grattugiato e rimestare delicatamente con la frusta, dal basso verso l'alto, fino ad ottenere un composto omogeneo. Versare il composto in una teglia imburrata e spolverizzata con farina bianca e passare in forno per 30'. Quindi sfornare e lasciare raffreddare.
Crema chantilly (all'italiana) al limoncello. Preparare la crema pasticcera mescolando in un tegame lo zucchero con l’amido e i tuorli, aggiungere il latte a filo affinché non si formino grumi. Unire le scorze di limone biologico e cuocere fino a quando la crema non si sarà addensata. Togliere le scorzette e aggiungere il limoncello. Al termine versare la crema in una ciotola e lasciarla raffreddare, mescolando di tanto in tanto per evitare che si formi la pellicina in superficie. Montare la panna a neve ben soda ed incorporarla delicatamente alla crema ben fredda, rimestando delicatamente con la frusta, dal basso verso l'alto ed aromatizzare con il limoncello.
Crema chantilly (all'italiana) al bergamotto. Montare la panna ed amalgamarle delicatamente alla crema di bergamotto, fusa a bagnomaria e lasciata intiepidire.
Montaggio. Rivestire la teglia più piccola con della pellicola per alimenti, trasferirvi la crema chantilly al bergamotto perché si rassodi. Tagliare il pds in due strati, irrorare il primo con il limoncello e disporvi il disco di crema chantilly al bergamotto (dopo averlo liberato dalla pellicola); intorno farcire con crema chantilly al limoncello. Inumidire leggermente con altro liquore, la parte interna del secondo strato di pds e riporlo sulla base farcita.
Decorazione Ricoprire la torta con la panna montata, livellando bene con un coltello a lama lunga e decorare i fianchi con dei motivi a piacere. Scrivere “Buon Compleanno” al centro con il cioccolato fuso in un conetto di carta, guarnire con i confettini argentati e vivacizzare con le margherite (ben lavate ed asciugate).
Torta con le margherite e chantilly al limoncello e bergamotto
*La tendenza a rendere il connubio di fiori e cibo un’operazione commerciale di successo si è sviluppata lentamente a partire dai Paesi del Nord Europa, Olanda in primis, già da qualche anno. Nei dintorni di Amsterdam, infatti nel parco Frankendael, dal 2001è stato allestito un ristorante all’interno di un’antica serra. Il progetto è stato voluto e sostenuto dal famosissimo cuoco olandese Gert Jan Hageman che ha salvato l’edificio dalla demolizione proponendo al comune della città di convertirne l’uso appunto, in un ristorante. I piatti sono cucinati con prodotti biologici coltivati nei dintorni. La cucina è circondata, infatti, da un terreno fertile dove crescono erbe e verdure di ottima qualità e i cuochi possono esprimere la loro creatività con ciò che offre la stagione. Questo è uno tra i più riusciti esempi di sposalizio di fiori, ambiente e buona cucina.
AGGIORNAMENTO
Ho ricevuto questo regalo da
una carissima amica.
Grazieeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

16 aprile 2008

Un regalo

Pensate intensamente al regalo che più desiderereste ….


Pensato?
Oggi è il mio compleanno e, sovvertendo la regola generale (la festeggiata riceve i regali), ho pensato di preparare un io un regalo per voi che mi leggete ogni giorno, seguendo le crono-storie dei miei "pasticci".



Chissà se sono riuscita a leggere nel vostro pensiero:


Dolci fantasie


Un mini-ricettario "home made" (FINALMENTE SCARICABILE): un compendio di golose fantasie, una raccolta scoppiettante di inedite prelibatezze, un dolce prontuario di presumibile utilità, frutto dei miei “primi e maldestri itinerari sperimentativi”.
Nei prossimi giorni la torta (foto e ricetta)!!!

15 aprile 2008

Excellent

Forse è proprio questa la magia che ci spinge ad ritrovarci giorno dopo in un lungo e frammentato raccontarci in un regno a metà tra il fantastico e il reale: la possibilità di condividere esperienze, di giocare con parole ed immagini (ricette e foto), di essere se stesse con leggerezza ...
... e se in mezzo a tutto questo capita incidentalmente un premio ...


come quello assegnatomi dalla cara anice stellato, per la comunicazone: bè la cosa si fa ancora più intrigante!!!

In realtà questo premio che mi lusinga molto, mi fa pensare alle eccellenti blogger che reputo meritevoli di questo riconoscimento:

marika che dalla sua cucina virtuale (e reale) diffonde eccellenti fragranze
adina l’eccellente professionalità culinaria fatta blogger
stella di sale dalle ardite sperimentazioni culinarie e dalle foto eccellenti
adrenalina ed il suo eccellente ed effervescente mondo di ricette

e la giovanissima
viviana di cuciAmare, un amore di eccellenza.

Aggiornamento del 17/04/2008

Ringrazio la cara cocò che mi ha inaspettatamente conferito il premio Excellent, per le cose che ho da dire, anche se la mia opinione è che Excellent siano tutti coloro i quali ogni giorno leggono con curiosità motivata pensieri e ricette!

Aggiornamento del 14/03/2008

Ringrazio la carissima amica, Claudia una scorza di bontà e un amore di persona. Un premio che considero un emblema delle preziose amicizie che ho trovato nel corso di questo mio cucinare- scarabocchiando. Grazie Claudia.

14 aprile 2008

Gemelli con sardella e liquirizia

C'era un tempo non molto lontano in cui "pentole e fornelli", per me erano sinonimo di "impegno gravoso" o "inutile spreco di tempo e di energie". Allora mi nutrivo delle pietanze di chi preparava per me e di "fantasie" (panini, toast, bruschette, pizze e dolci).
Poi la folgorazione culinaria e tutto il resto ....
Accadeva, però, anche se di rado, di dover radunare a tavola amici o familiari ed allora utilizzavo una preparazione portentosa: la sardella, un mix di pesce (bianchetto) sotto sale e pepe rosso ...
Con questa preparavo un primo di gradimento univoco tra i conoscitori e non.
La versione di oggi, presenta un tocco di innovazione per l'aroma di liquirizia di ispirazione cavolettiana.
Un primo che accende la convivialità!

Gemelli sardella e liquirizia



Gemelli con sardella e liquirizia

Ingredienti x 4 persone
100 g gemelli
Sardella q b.
Olio evo
Sale e pepe
1 pizzico polvere di liquirizia Amarelli

Preparazione
Portare ad ebollizione l'acqua salata e cuocervi i gemelli.
Nel frattempo, scaldare in una padellina l’olio e farvi andare per pochissimi minuti, un modesto quantitativo (il dosaggio è facoltativo) di sardella.
Scolare la pasta ed unirvi il condimento. Servire nei piatti e spolverare con la polvere di liquirizia.

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Ricette correlate
Sardella
 
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Sardella

Pare che la prima tecnica di conservazione del cibo sia da attribuire all’Homo sapiens e risalga a 30.000 anni fa: l’essiccazione al sole ed al vento. Successivamente ne vennero scoperte altre, dettate dall’esigenza di conservare a lungo gli alimenti, per poter disporre delle riserve necessarie a fronteggiare evenienze di ogni tipo (inverno, carestie, guerre …)
Nel ‘500 a. c. i Fenici, eccellenti navigatori, riempivano la cambusa delle loro navi con carne secca e pesce affumicato o sotto sale …

La Tecnica di conservazione del pesce sotto sale è antichissima e, sebbene sia nata dalla necessità ha portato in molti casi, alla creazione di vere prelibatezze: un fulgido esempio di ingegno calabrese ne è la Sardella, bianchetto conservato sapientemente sotto sale e pepe rosso (peperoncino essiccato e ridotto in polvere), una specialità della provincia di Crotone che non a caso è anche definita “caviale dei poveri”,

 ma io preferisco considerarla come elemento definendola “fuoco in tavola”  …….

…. una cremosità rossa (il colore può variare in relazione al grado di stagionatura) e pepata, buona da gustare sul pane (… e non solo) per un aperitivo incandescente, ma perfetta anche per condire la pasta o insaporire gustose frittate!

Sardella

Ingredienti
1 kg di bianchetto
200 gr di sale
1 manciata di semi di finocchietto selvatico
250 gr di pepe rosso (metà dolce e metà piccante)

Preparazione
Pulire il bianchetto, scolarlo e lasciarlo riposare per almeno un’ora.
Travasarlo in una ciotola grande e stenderlo in uno strato sottile, usando due forchette; quindi ricoprire con metà quantitativo di pepe rosso, il sale ed i semi di finocchio.
Amalgamare il tutto e ripetere l'operazione fino ad esaurimento degli ingredienti.
Al termine, il bianchetto deve risultare completamente ricoperto di pepe.
Riporre in un recipiente di terracotta, adagiarvi a mo' di chiusura un disco di legno (o un piattino), coprire con un telo e conservare in un luogo fresco.
Dopo 2 o 3 giorni aggiungere un peso (es. un sasso di circa 300 gr). Dopo almeno una settimana di stagionatura, si può cominciare a consumare.


- Preparata da una cuoca navigata (la mia mamma) -

11 aprile 2008

Maiale alla cacciatora

La denominazione “alla cacciatora” era un tempo, utilizzata per “nobilitare” preparazioni sprovviste di qualsivoglia nomenclatura, ritenendo sinonimo di “eccellenza” tutto ciò che prelevato dal carniere del cacciatore, veniva poi cucinato dallo stesso.

Non so se questa pietanza della tradizione possa fregiarsi di diritto della denominazione “alla cacciatora” (la carne di maiale non è frutto di caccia, sebbene sia cucinata alla maniera del cacciatore), ma di sicuro può vantare la presenza del peperoncino Signore Assoluto della tavola calabrese che si propone in tutta la sua dirompente potenza!!!
Per chi disdegna la moderazione!!!



Maiale alla cacciatora
Ingredienti x 4
200 g carne maiale
50 ml vino bianco
3-4 peperoncini
3 fogli alloro
1 spicchio d'aglio
sale
1 cucchiaio d'olio di oliva

Preparazione Rosolare la carne regolata di sale ed insaporita dall'aglio, dal peperoncino e dall'alloro, per pochi minuti nell'olio. Sfumare con il vino e ricoprire con l'acqua. Far cuocere lentamente per circa mezz'ora. La cottura dovrebbe essere ultimata, quando l'acqua si riduce, ma se così non dovesse essere, aggiungerne dell'altra.

9 aprile 2008

Meme Un menu per la trattoria

Mangiare fuori per me è sinonimo di scoperta, scoperta di cucine sconosciute, ma soprattutto scoperta di nuovi sapori o di accostamenti di sapori inusuali.
È divertente, leggere con attenzione il menu, per poi scegliere i piatti più insoliti, quelli mai assaggiati, quelli che incuriosiscono per il nome o per gli ingredienti utilizzati.
È difficile tenere a freno l’impazienza, nell’attesa che le portate siano servite!
È stimolante gustare le agognate pietanze lentamente, per “ascoltarne” l’amabilità del sapore e le suggestioni procurate e poi discuterne, anche animatamente, con gli amici accanto.
Tutto questo accade anche quando quotidianamente, mi reco virtualmente nella Trattoria Muvara e leggo con fame di curiosità le succulente “portate del giorno”, presenti nel loro menu.



Il 18 aprile festeggiano un anno di ristorazione (virtuale) e proporranno una serie di menu, suggeriti dalle amiche-blogger: un giorno memorabile!
Il menu che consiglio io è un menu vivace, fresco, colorato, allegro e dal filo conduttore fruttato così composto:

MENU “Una finestra di fronte”
Antipasto
Cubetti di ricotta e marmellata d’uva dalle cremosità ben sposate, l’una neutra e l’altra dolce




Primo
Farfalle al cacao in salsa aromatica ovvero come sposare felicemente il classico e l’innovativo e Farfalle al cacao in salsa agrumata non convenzionali, ma imperdibili




Secondo & Contorno
Girandole di pollo & Insalata di carote e zucchine un mix divertente e gradevole


Dessert
Gelato artigianale al cacao dalla ciocco-cremosità



Gelato alla pesca: un grazie alla natura

Gelato alla liquirizia e l’apoteosi del gusto è servita



Il tutto in un ambiente confortevole e all’insegna della cordialità della casa.
AUGURI



AGGIORNAMENTO

Potete scaricare il ricettario in formato pdf qui.

7 aprile 2008

Insalata di arance

Cambiare opinione non è sinonimo di volubilità o ancor peggio di incoerenza, quanto piuttosto di apertura al nuovo o disponibilità alla conoscenza, in altre parole un momento di crescita o di arricchimento.
È quanto è capitato a me con l’Insalata di arance:

Insalata di arance

da bambina mio nonno (un gaudente della buona tavola) molto spesso la preparava per accompagnare piatti corposi e succulenti ed ogni volta io restavo di stucco nel vedere le arance nelle insolite vesti di contorno. Mi sentivo tradita, nel vedere sovvertite le regole che stavo imparando sul mondo e non capivo perché a me venisse imposto di rispettarle, mentre ai grandi era concesso di trasgredirle deliberatamente.
Successivamente sulle tavole di alcuni amici messinesi ho rivisto la fantomatica Insalata ed ancora una volta il mio atteggiamento, memore delle sensazioni infantili, è stato di irrazionale ritrosia.
Di recente la curiosità ha avuto il sopravvento e ricordando con divertimento i miei trascorsi, ho voluto finalmente assaggiarla.

Non so se è un Barba-trucco, ma so per certo che è Sublime.


Insalata di arance



Ingredienti x 4
4 arance
1 manciata di olive nere
1 manciata di capperi
3 cucchiai di olio extravergine d’oliva
Sale e pepe

Preparazione
Sbucciare le arance e pelarle a vivo (togliendo anche la parte bianca). Tagliarle a fettine e disporle su un piatto di portata.
Distribuire le olive e i capperi sulle arance, insaporire con il sale e irrorare con l’olio, prima di servire.

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Provata da lei

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4 aprile 2008

Tartufi-gelato e Funghi-gelato

Andar per i boschi a raccogliere i "tesori della terra", funghi e tartufi (pepite della terra), è senza dubbio un'esperienza che non ha eguali.
Tuttavia se la stagione non lo consentisse o se taluno, mosso da disdicevole pigrizia, disdegni una simile avventura, potrebbe ugualmente deliziarsi con questi tesori, portando a tavola Sua Maestà il Tartufo ed il Principe Fungo sotto forma di dessert Re(g)ali e realistici.



Come?
Date un'occhiata ...



Tartufi al cioccolato bianco e cuore al bacio
Ingredienti x 6 persone
200 ml panna
200 g cioccolato bianco
3 cucchiai colmi di nutella
10 g granella di nocciole
1 tuorlo
50 g zucchero vanigliato
2 cucchiai di rum
cacao amaro (o codette di cioccolato)

Preparazione
Semifreddo al cioccolato bianco Montare i tuorli con lo zucchero. Spezzettare il cioccolato, scioglierlo a bagnomaria ed amalgamarlo al composto di uova. Montare la panna e, lasciandone da parte 50 ml, incorporarla con una spatola flessibile, poco alla volta alla crema di cioccolato bianco. Versare il tutto in un recipiente resistente al freddo e mettere in freezer per 3 ore.
Semifreddo al bacio Amalgamare la nutella e la granella di nocciole, alla restante panna e versare anche questo secondo composto in un recipiente idoneo al congelamento.
Montaggio Con un porzionatore da gelato ricavare 6 tartufi dal semifreddo al cioccolato bianco, mentre con uno scavino di dimensioni piccole, ricavare dal semifreddo al bacio 6 piccole sfere. A questo punto inserire nel cuore di ogni tartufo una sfera al bacio, richiudere aiutandosi con il porzionatore e rimetterli a raffreddare.
Prima di servirli, passare i tartufi nel cacao setacciato (o nelle codette di cioccolato) e adagiarli nei pirottini.



Commento di gusto: L’inventore della gastrosofia Jean-Anthelme Brillat-Savarin così si rivolse ad Adamo ed Eva: “Primi genitori dell’umanità … voi che perdeste tutto per una mela, che cosa non avreste fatto per un (tacchino al) tartufo?
Questo tartufo, non ispira la stessa domanda, parafrasata (anche se è solo una pallida ombra di quelli celeberrimi)?

Funghi alle noci
Ingredienti x 6 persone
1 tuorlo
50 ml latte
50 g zucchero
35 g gherigli noci
1 cucchiaino di amido
1 cucchiaio liquore alle noci
100 ml panna
1 cucchiaino cacao

pinoli
cacao
Occorrente Stampo a semisfera diametro 40 mm

Preparazione Semifreddo alle noci. Montare il tuorlo con lo zucchero e versarvi il latte tiepido, mescolando a bagnomaria, fino a quando la crema non diventa gonfia. Tritare le noci grossolanamente ed unirle al composto, profumando con il liquore. Montare la panna e incorporarla con una spatola flessibile, poco alla volta alla crema ottenuta. Versarne una parte in uno stampo ad impronte a semisfera (le cappelle dei funghi) ed il resto in un recipiente resistente al freddo e mettere in freezer per 1ora. Successivamente prelevare il secondo preparato e formare dei cilindri lunghi cm 3 (i gambi dei funghi) e riporre in freezer a congelare.
Montaggio funghetti Prelevare le semisfere e sformarle, rotolandone le calotte nel cacao, riposizionarle nello stampo e riporre in freezer. Prelevare i gambi e rotolarli nel cacao, cercando di tralasciare le estremità. A questo punto inserire al centro di ogni cappella, un pinolo per metà della sua lunghezza e, nella parte emergente, incastrarvi il relativo gambo. Rimetterli a raffreddare e, prima di servirli, adagiarli nei pirottini.

Visti in una pasticceria di Gioia Tauro (RC).

3 aprile 2008

Foca 2008?

Foca 2008?

Una caricatura o un eufemismo?




Quali le differenze e le similitudini con la mia persona?
Differenze
1. Le foche si caratterizzano per il corpo pingue, ma affusolato.
Non sarò slanciata, per come mi piacerebbe, ma di certo non sono pingue, tanto da avere un rapporto alquanto amichevole con il “signor ago della bilancia”.
2. sono pinnipedi.
Per quanto mi possa piacere nuotare, alle pinne, preferisco le scarpe (per non parlare delle borse, una mia grande passione, lo confesso!)
Similitudini
1. goffe e impacciate sul suolo, sono invece agilissime in acqua.
Mi sento anche io goffa sulla terraferma (nel mondo reale) e agile in acqua (nel mondo virtuale e un poco anche nel mio mondo culinario)
2. prediligono in genere le acque fredde, tanto da essere molto frequenti nelle latitudini artiche.
Anche se il caldo mi mette allegria e voglia di vivere, preferisco il freddo che mi fa sentire fisicamente bene e mi consente di padroneggiare al meglio le mie energie.
3. anche se possono trascorrere in mare intere settimane senza mai approdare, amano radunarsi in branchi sulle coste brulle e desolate, dove prendono pigramente lunghissimi bagni di sole.
Sono una “contemplativa” e, quando posso, adoro crogiolarmi nel dolce far niente, in barba all’attivismo a tutti i costi che sembra essere diventato un imperativo dei nostri tempi!!!!!
Forse, forse ….
Tutto sommato, un po’ “foca” lo sono …..

In verità, considerazioni a parte, si tratta di un riconoscimento virtuale, omaggio della cara parole di burro che mi ha segnalata, così motivando “per le bellissime ricette che propone e per la grandissima capacià espressiva che la contraddistingue



E io? Chi designo come “foca 2008?
Leggete un po’ …

Elisa perché le sue proposte sono sempre varie e interessanti e leggerla ogni giorno è come chiacchierare con una cara amica
Dolcetto perché con le sue bontà e le sue foto-parlanti, propone “dolci accostamenti fruttati” in un infinito avvicendarsi: il suo blog è un ricettario virtuale formidabile
Nightfairy perché le sue “dolci creazioni da fata”, fanno sognare appagando la fantasia prima ancora della gola: ricette o fiabe?
Salsa di sapa perché ardita e originale nelle sue preparazioni e narrante nelle sue foto significative
Elisabetta perché grande conoscitrice del mondo gastronomico, tecnica e precisa: un esempio di perizia ben coniugata con la fantasia
Moscerino perché è frizzante e briosa come un’allegra giornata di primavera: ricette testate con rigore legale

Siete d’accordo con me?

1 aprile 2008

Tartufi-castagne

PESCE D’APRILE
È fuori luogo un dolce-frutto autunnale ad inizio primavera?
In realtà non è un semplice anacronismo, bensì una terapia d’urto per far sì che la primavera prenda coscienza di sé e, dopo il suo breve esordio (seguito da fuga repentina), torni a regnare sovrana incontrastata (Motivazione ufficiale).



In realtà la preparazione di questi tartufi risale al periodo autunnale, ma sono poi stati “tenuti in frigo (virtuale)” in attesa di pubblicazione sulla rubrica I dolci di Lenny, per la quale ormai fervono nuove idee! (Motivazione ufficiosa)


Tartufi-castagne
Ingredienti:
75 cioccolato fondente
120 g crema di marroni
1 cucchiaio rum
cacao
zucchero a velo color nocciola

Preparazione Spezzettare il cioccolato e farlo fondere a bagnomaria, quindi unirvi la crema di marroni ed il rum. Stendere il composto su un foglio di carta forno ed attendere che giunga a solidificazione non completa, riponendo in frigo per alcune ore. Quindi prelevarne un piccolo quantitativo e modellare una castagna (base larga e punta in alto). Far consolidare e rotolare ogni "castagna" nel cacao.
Successivamente prenderle ad una ad una e tamponarne la base sullo zucchero a velo nocciola.

Nota. Questo tipo di tartufi, a differenza di quelli classici al cioccolato, conservano un certo grado di umidità, dovuto alla presenza della crema di marrone. Di conseguenza, è consigliabile ricoprirli di cacao, poco tempo prima di servirli, per evitare che quest'ultimo, con il passare del tempo venga riassorbito.



Tartufi di castagne in barattolo
Gli stessi tartufi sono stati utilizzati per questa presentazione ispirata ad un dolce (Profumi d’autunno in barattolo) che S. De Riso ha proposto al Dolcemente Prato 2007 : un'idea originale, per un dolce al cucchiaio fresco che può essere servito direttamente nel barattolo e al quale purtroppo, la foto non rende giustizia.

Ingredienti

Biscotti con gocce di cioccolato
125 g farina 00
63 g burro
1 tuorlo
60 g zucchero
scorza grattugiata 1 limone biologico
gocce di cioccolato
crema di marroni

Crema pasticcera alla cannella
100 g panna
1 tuorlo
100 g zucchero
40 g amido
vaniglia
cannella

6 marron glacé
6 tartufi-castagne (v. sopra)

Preparazione Biscotti con gocce di cioccolato
Setacciare la farina a fontana, mettere al centro il burro a pezzetti e impastare velocemente gli ingredienti con la punta delle dita fino ad ottenere un composto dalla consistenza simile a quella del pangrattato. Unire poi al composto le uova, lo zucchero, la scorza di limone grattugiata, le gocce di cioccolato e lavorare delicatamente il tutto con le mani, per il tempo strettamente necessario a ottenere un impasto bene amalgamato. Formare quindi con la pasta una palla, avvolgere in pellicola trasparente e mettere a riposare in frigo per almeno 30'. Stendere la pasta, ricavare dei biscotti ovali (della misura giusta a renderli stabili se inclinati nel barattolo ermetico usato) e infornare a 200° per 15' circa.
Crema pasticcera Amalgamare i tuorli, lo zucchero, l'amido e la vaniglia e versarvi a filo la panna scaldata. Portare il tutto sul fuoco e, mescolando continuamente, far addensare. Aggiungere infine la cannella ed amalgamarla alla crema.
Montaggio Coprire la base del barattolo, per 1,5 cm di altezza con la crema pasticcera alla cannella, servendosi di una saca-à-poche. Disporre su un lato del barattolo, un marron glacé e su questo, usandolo come punto di appoggio, adagiare in obliquo il biscotto. Decorare un lato del biscotto con un ciuffo di crema di marroni e collocarvi con delicatezza un tartufo-castagna.




… e poiché sperimentare è un’avventura senza fine, perché rinunciare ai veri Tartufi di castagne (preparati con le castagne lesse, come Sale & Pepe insegna) dalla preparazione più lunga, ma dal sapore più autentico?

Tartufi di castagne
Ingredienti:
100 g castagne lesse
1 foglia alloro
60 g cioccolato fondente
20 g burro
40 g zucchero velo
100 ml panna (circa)
2 cucchiaini brandy
cacao

Preparazione
Portare a ebollizione, in una pentola, abbondante acqua con un pizzico di sale e la foglia di alloro; buttatevi le castagne e cuocerle per circa 10 mi-nuti, o fino a quando risultano tenere.
Scolarle, passarle al setaccio e unirvi lo zucchero a velo, mescolare e fare raffreddare.
Spezzettare il cioccolato, metterlo in una terrina insieme al burro tagliato a pezzetti e alla panna e scioglierli a bagnomaria; unire al composto di castagne preparato, aromatizzare con il brandy, mescolare con cura e fare raffreddare in frigorifero.
Prelevare un cucchiaino di composto alla volta, modellarlo con l'aiuto di un altro cucchiaino fino a formare una pallina irregolare; passarla nel cacao, scuoterla per eliminare quello in eccesso e proseguire fino al termine degli ingredienti.


Ricette correlate











Mousse di ricotta e marroni (pdf Dolci fantasie p. 8)