Se un giorno, qualcuno mi esprimesse una profezia nefasta, cosa farei?
Nell’incredulità scaramantica del credo-non credo, stravolgerei la mia vita per cambiare il corso degli eventi, bleffando con quello che potrebbe definirsi “fato” e al contempo dedicarmi a nuove attività di conoscenza, come fece T. Terzan o, al contrario persisterei nel consueto ritmo di vita, in un passivo, paralizzante e vigile stato d’attesa/allerta?
Sarei io in grado di distogliermi dall’alveo naturale della mia vita, pormi in una nuova prospettiva, vivere esperienze prima impensabili, compenetrarmi in culture diverse dalla mia, imparando e trasmettendo questa conoscenza?
È un interrogativo che spesso affiora alla mente e che mi impone una riflessione critica, soprattutto quando stabilisco qualche contatto con manifestazioni etiche e religiose di altri popoli, quali quelli asiatici.
È un interrogativo che mi sono posta anche quando ho scoperto il versatile amaranto*, dalle mille virtù: ricco di proteine, ha un elevato contenuto di calcio, di fosforo, di magnesio e di ferro. Grazie inoltre all'elevato contenuto di fibre, ha un effetto positivo sulla digestione e sul ricambio. Essendo privo di glutine è indicato per l'alimentazione di chi è affetto da morbo celiaco, o ha problemi intestinali, ma anche ai bambini nel periodo dello svezzamento. È convenientemente usato spesso come base per le pappe dei bambini o come ingrediente pregiato di minestroni di verdura per convalescenti ed anziani.In attesa di trovare una risposta, mi sono deliziata con questi gnocchi aromatici, preparati in un clima di allegria e curiosità con la mia ineguagliabile sorella.
Nell’incredulità scaramantica del credo-non credo, stravolgerei la mia vita per cambiare il corso degli eventi, bleffando con quello che potrebbe definirsi “fato” e al contempo dedicarmi a nuove attività di conoscenza, come fece T. Terzan o, al contrario persisterei nel consueto ritmo di vita, in un passivo, paralizzante e vigile stato d’attesa/allerta?
Sarei io in grado di distogliermi dall’alveo naturale della mia vita, pormi in una nuova prospettiva, vivere esperienze prima impensabili, compenetrarmi in culture diverse dalla mia, imparando e trasmettendo questa conoscenza?
È un interrogativo che spesso affiora alla mente e che mi impone una riflessione critica, soprattutto quando stabilisco qualche contatto con manifestazioni etiche e religiose di altri popoli, quali quelli asiatici.
È un interrogativo che mi sono posta anche quando ho scoperto il versatile amaranto*, dalle mille virtù: ricco di proteine, ha un elevato contenuto di calcio, di fosforo, di magnesio e di ferro. Grazie inoltre all'elevato contenuto di fibre, ha un effetto positivo sulla digestione e sul ricambio. Essendo privo di glutine è indicato per l'alimentazione di chi è affetto da morbo celiaco, o ha problemi intestinali, ma anche ai bambini nel periodo dello svezzamento. È convenientemente usato spesso come base per le pappe dei bambini o come ingrediente pregiato di minestroni di verdura per convalescenti ed anziani.In attesa di trovare una risposta, mi sono deliziata con questi gnocchi aromatici, preparati in un clima di allegria e curiosità con la mia ineguagliabile sorella.
Gnocchi di amaranto alla salvia
Ingredienti x 430 g amaranto in grani (commercio equo e solidale)
2-6 cucchiai semola grano duro
½ bicchiere latte
1 uovo
4 patate lesse
noce moscata, prezzemolo, aglio, sale
30 g burro circa
3 foglie salvia
Preparazione
Cottura base: dopo il lavaggio in abbondante acqua corrente, cuocere una parte di amaranto in due parti di acqua con un cucchiaino di sale marino integrale. 20 minuti in una pentola a pressione e 40 minuti in una pentola tradizionale. Non mescolarlo e lasciarlo riposare 10 minuti dopo la cottura a pentola coperta, per permettere ai chicchi di gonfiarsi.
Gnocchi: incorporare all’amaranto, le patate lesse e schiacciate, l’uovo, la farina ed il latte (quanto ne assorbe), salare e aggiungere spezie e aromi. Modellarli nella forma desiderata (io ho ottenuto una massa appiccicosa, forse perché ho omesso la fase del riposo e non sono riuscita a modellarli di dimensioni piccole e a forma di perle) e cuocerli in acqua salata, scolandoli quando salgono a galla.
Sciogliere in una padella il burro e la salvia, saltarvi gli gnocchi e servirli, decorando con fiori di salvia.
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* Storia: Considerato pianta sacra, ha origini etimologiche dal greco amarantos che significa "che non appassisce".
Da qui il significato attribuito dai Greci di pianta dell'amicizia, della stima reciproca ed espressione di tutti i sentimenti veri immutabili nel tempo, poiché eterni e unici.
Nella mitologia greca si narra che le Dee amassero essere festeggiate con ghirlande di amaranto; quindi l'amaranto era utilizzato per ottenere protezione e benevolenza.
I romani attribuivano all'amaranto il potere di tenere lontana l'invidia e la sventura.
Nel periodo 1600 - 1800 veniva utilizzato come ornamento ai vestiti, perché si riteneva che donasse benessere fisico.
Ma di che colore è? Perchè si dice "rosso amaranto"?...
RispondiEliminaComunque...ieri con il cardamomo, oggi con l'amaranto...provi a raccontarmi il gusto di questi due ingredienti (per me) desueti? E grazie perchè le tue proposte sono sempre uno stimolo alla curiosità...
sai che anch'io non lo conosco affatto!!!
RispondiEliminama mi incuriosisce... simile a???
ciao Vale
Carissima, ho letto e sono stata affascinata anch'io dell'amaranto che ancora non ho trovato dalle mie parti dovro cercare meglio in negozi specializzati, mi incuriosisce molto il suo sapore e so' che si possono preparare zuppe deliziose...sono molto interessata ad altre culture, affascinata e per questo metto molto in discussione anche il mio precorso di vita,su certi aspetti religiosi, per esempio. Faccio tesoro anche di altri credo, come ad esempio quelli dei popoli asiatici, soprattutto quando la loro alimentazione é improntata sul benessere fisico ma anche ed in particolare quello morale, loro, ci insegnano molto!
RispondiEliminaBuona serata.
@virò: grazie a te per la presenza costante e per le osservazioni acute e sagaci.
RispondiEliminaPresumo che il termine amaranto derivi dal colore delle spighe (se clicchi sulla voce amaranto, nel corpo del post ne vedi l'immagine), mentre i chicchi essiccati hanno il colore e l'aspetto simile ai grani di sabbia, vivacizzato da qualche chicco nero (vedi scheda amaranto sul sito Altromercato).
Mi sono imbattuta in questo prodotto in occasione di uno dei miei ultimi viaggi a Milano, quando alla fermata della metropolitana, ho scoperto casualmente un punto vendita Altromercato e mi sono trovata catapultata all'improvviso in un mondo da scoprire con curiosità e rispetto.
Davanti alla mia perplessità se acquistre l'amaranto, mio fratello tagliò corto, dicendo: - Ma certo che ti piacerà, non vede che è molto simile alla polenta? -
Così è stato, il sapore è delicatamente tendente al neutro e ben si adatta a diverse tipolgie di ricette
@valentina "cuoca" per passione: simile alla polenta. In altre parole da provare: è un vero peccato che la coltivazione dello stesso sia così poco diffusa
@mariluna: ribadisco l'estrema versatilità in cucina dell'amaranto ed avendone ancora un discreto quantitativo, mi sono ripromessa di ben centellinarlo, per sperimentarlo in più di una ricetta
RispondiEliminaHo sentito parlare di Terzan proprio la settimana di prima di Pasqua e mi sorprende ritrovarne traccia oggi, come per riprendere il filo delle riflessioni che mi ha suscitato (ho sentito uno stralcio di una sua intervista)
RispondiEliminaMerci!
E' bello provare ingredienti nuovi, gusti nuovi. I chicchi di amaranto qui si trovano facilmente, ma non li ho mai provati. Pero' l'anno scorso ho provato le foglie, in una minestra e mi sono piaciute. I tui gnocchi sono molto appetitosi.
RispondiElimina@twostella: in situazioni come quella che hai appena descritto, si ha l'impressione che le cose non accadono per caso ...
RispondiElimina@simona: ho letto che le foglie sono edibili e non ti nascondo la mia grande curiosità in proposito
Eh qui no, l'amaranto... che sapore ha? Comunque il piatto è molto bello, femminile.Brava!
RispondiEliminasai che mi hai fatto venire voglia di rileggermelo? ottima idea i gnocchi di amaranto, mi piace molto ma praticamente faccio solo la zuppa con le lenticchie....
RispondiEliminamolto invitante...non ho mai assaggiato l'amaranto,ne ho solo sentito parlare.
RispondiEliminabella...come sempre la presentaiozne.
Lenny, tu fai i complimenti a me ma io mi devo fermare e congratularmi con te! A parte che sono bellissimi i tuoi gnocchi, ma il viaggio di scoperta tra nuovi sapori è sempre un fatto ammirabile e stimolante per tutti. Io non conoscevo l'amaranto, e hai adesso mi hai intrigato con il tuo post, Un bacione
RispondiEliminauna vera chicca l'utilizzo insolito dell'amaranto per e con gli gnocchi!!!
RispondiEliminabacioni
Mi incuriosisce molto questo amaranto.... Dalle mie parti si trova con facilita' aspettavo una ricettina interessante - come la tua- per provarlo ;)
RispondiEliminaGrazie!
Dani
Bellissimo il libro di terzani, una di quelle letture che ti apre un nuovo mondo e una nuova visione delle cose, che ti insinua la curiosità di conoscere i luoghi e i popoli che vi sono descritti. Così come mi ha incuriosito la tua ricetta, non ho mai assaggiato l'amaranto e l'idea di scoprire un nuovo sapore è sempre molto intrigante
RispondiEliminaun bacione e grazie
fra
Sai cosa Lenny?oca gente tende ad andare oltre il proprio naso, alla propia realtà, alle proprie convinzionie convenzioni...ritengo importantissimo CONOSCERE l'altro da sè per arricchirsi, crescere e cambiare prospettiva.Grazie di questa riflessione,L'amarnto è ottimo, gli gnocchi un'idea favolosa!
RispondiEliminaUn abbraccio
Sai cosa Lenny?oca gente tende ad andare oltre il proprio naso, alla propia realtà, alle proprie convinzionie convenzioni...ritengo importantissimo CONOSCERE l'altro da sè per arricchirsi, crescere e cambiare prospettiva.Grazie di questa riflessione,L'amarnto è ottimo, gli gnocchi un'idea favolosa!
RispondiEliminaUn abbraccio
Lenny, che dire? Ho letto "Un indovino mi disse" e mi sono chiesta anch'io se avrei avuto il coraggio di stravolgere la mia vita in virtù di una profezia... Penso che per Terzani sia stata, soprattutto, un'occasione per vedere e riportare il mondo con altri occhi. Fatto sta che il suo sostituto allo Spiegel, prendendo un aereo sui cui sarebbe dovuto salire lui, è morto. Affascinante riflessione, come sono affascinanti questi candidi gnocchi punteggiati di viola...
RispondiEliminaMolto interessante, Lenny. Non conosciamo l'amaranto e ci auguriamo di trovarlo nei negozi del commercio equo e solidale della zona, anche se forse per distrazione nostra, ma finora non ci pare di averne visto. Se ha un sapore tendente al neutro, di sicuro si adatta a molte preparazioni e questo già ci mette in fibrillazione, sperimentare è anche la nostra passione. I gnocchi comunque sono magnifici!
RispondiEliminaBaci da Sabrina&Luca
lenny ho sbagliato, il mio commento per questo post l'ho scritto in quello precedente della calamarata con le carote! è stato solo un errore di tasti non di...testa!!!! ciao e scusa .
RispondiEliminaottima ricetta lenny: l'amaranto mi piace molto e l'idea di farne degli gnocchi è splendida. quanto alle domande sulla vita, cosa dire: credo che noi occidentali abbiamo molto da imparare dalle culture orientali, in cui il confine fra i vari mondi che dobbiamo attraversare nel corso dellE nostrE esistenzE è molto più sottile, ed il passaggio meno doloroso. la conoscenza di noi stessi è un approccio ideale per riconciliarsi con il "fato" :) un abbraccio!
RispondiEliminadavvero curioso questo piatto...ammetto che nn avevo mai sentito parlare dell'amaranto(a parte il colore)come ingrediente per un piatto....cmq brava per la curiosita che ci metti nella ricerca di nuovi sapori:-)baci imma
RispondiEliminaMai provato, ma mi hai incuriosita...lo devo trovare assolutamente!
RispondiEliminaTanti anni fa una zingara mi aveva pronosticato non ricordo più quale avvenimento triste che mi sarebbe capitato. Semplicmente non le ho creduto e ho vissuto tranquilla...poi mi pare che in parte qualcosa si fosse anche avverato, ma credo che oggi reagirei allo stesso modo (giusto perché non sono una persona testarda!).
RispondiEliminaCiaooo,
Aiuolik
@ dada: l’amaranto ha un sapore tenue, oserei dire a metà tra quello del grano e della polenta, un gusto non deciso e pertanto estremamente versatile
RispondiElimina@giò: anch’io l’ho letto alcuni fa e mi piacerebbe rileggerlo
@chiara: è una sorpresa da scoprire
@elga: scoprire prodotti appartenenti ad altri popoli è un viaggio di conoscenza nel vasto mondo del gusto
@ciboulette: il quinoa mi incuriosisce non poco
@mirtilla: è una ricetta che ho trovato sul pacchetto, mentre di mio (poco fantasioso) è l’idea del condimento
@campo di fragole: poi fammi sapere, carissima
@fra: Terzan è stato un grande giornalista/scrittore ch eha saputo guardare il mondo con occhi da curioso, raccontando
@saretta: chiudersi nel proprio “giardino” è sin troppo facile, ma è un “auto-tarparsi le ali”, un non voler crescer e arricchirsi
@onde99: per quanto si possa immaginare in astratto il nostro modo di reagire davanti a determinate situazioni, nello specifico sarà sicuramente diverso
@luca and sabrina: sono estremamente delicati e salutari
@natalia: avevo capito che si trattava di un’inversione. Saranno le nostre sorelle a farci perdere la testa?
@salsa di sapa: un rapporto di incontri, fughe e rincorse, quello tra noi e “il fato”…
@dolci a … gogò!!! La curiosità è la molla della nostra esistenza
@milla: lasciati tentare …
@aiuolik:
io sono ancora in cerca di una risposta …
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@mary: grazi eper la segnalazione e benvenuta
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